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Attacchi di panico e disturbo di panico: sintomi e cura

Gli attacchi di panico sono “un fulmine a ciel sereno”: arrivano all’improvviso, portando un’intensa paura, e dopo poco svaniscono come nulla fosse. Ma le tracce di paura e malessere permangono. 

Vediamo più in dettaglio cosa sono gli attacchi di panico.

Attacchi di panico: definizione

La parola panico proviene dalla mitologia greca: Il Dio Pan compariva all’improvviso sul cammino degli altri, suscitando terrore improvviso, per poi scomparire rapidamente. Le vittime, incredule, non riuscivano a darsi una spiegazione per quanto appena accaduto, e soprattutto a spiegarsi la forte emozione negativa provata. 

Gli attacchi di panico sono episodi improvvisi ed inaspettati di intensa paura, accompagnati da sintomi somatici e cognitivi. 

Attacchi di panico: sintomi fisici

L’attacco di panico comporta l’insorgenza improvvisa di un’intensa paura e disagio, associata ad almeno 4 dei seguenti sintomi: 

  • dolore o malessere a livello toracico;
  • senso di soffocamento;
  • sensazioni di irrealtà, estraniamento o distacco dalla realtà circostante;
  • vertigini, tendenza all’instabilità o allo svenimento;
  • paura di impazzire o di perdere il controllo;
  • paura di morire;
  • vampate di calore o brividi;
  • nausea, mal di stomaco o diarrea;
  • intorpidimento o sensazioni di formicolio;
  • palpitazioni o battito cardiaco accelerato;
  • respiro affannoso o sensazione di soffocamento;
  • sudorazione;
  • tremore o fascicolazione. 

Un’altra caratteristica tipica di un attacco di panico è il forte desiderio di fuggire dal luogo in cui esso si sta manifestando.

Il disagio provocato da un attacco di panico è accompagnato da vergogna e timore che il malessere venga percepito da altre persone, il che contribuirà a percepire un immagine di sé debole. Infatti, il fatto di essere così improvvisi porta le persone a sentirsi particolarmente deboli e vulnerabili.

L’attacco di panico raggiunge il suo apice entro 10 minuti e nel giro di 20-30 minuti scompare, lasciando, però, la paura di essere colpiti da un altro attacco.

Solitamente sono imprevedibili ed avvengono senza un apparente motivo, soprattutto nel disturbo di panico, ma chi ne soffre tenta di prevenirli evitando i luoghi che associa a preceenti attacchi di panico.

I sintomi sono vari e coinvolgono molti organi vitali: per questo il soggetto spesso crede di avere patologie cardiache, polmonari o cerebrali e si reca più volte dal medico o al pronto soccorso. Per quanto gli attacchi di panico siano forti, non sono pericolosi.

La loro frequenza è varia : alcuni ne soffrono una volta a settimana, altri hanno più di un episodio quotidiano per poi avere settimane o mesi di remissione.

Gli attacchi di panico possono presentarsi in momenti particolamente stressanti o di intensa attivazione emotiva.

La paura è un’emozione che si attiva quando l’individuo percepisce una minaccia, ed ha lo scopo di preparare il corpo a reagire. Il panico può essere innescato da qualsiasi paura per una minaccia esterna, ma subito dopo la minaccia diventa interna. Chi soffre di attacchi di panico non riconosce questi segni come un’attivazione adrenergica della paura, ma li interpreta come una gravissima minaccia interna alla propria salute fisica o mentale, ed entra in un circolo vizioso di “paura della paura”.

Quindi, gli attacchi di panico sono il risultato di interpretazioni “catastrofiche” di eventi fisici e/o mentali, che vengono erroneamente letti come segnali di un imminente disastro. Il vortice di panico viene favorito dal fatto che il cambiamento fisiologico iniziale è inspiegabile ed improvviso.

Questo può portare ad una preoccupazione anticipatoria degli attacchi di panico: la persona può iniziare a temere di avere nuovi attacchi di panico.

Attacchi di panico e agorafobia:

Gli attacchi di panico possono innescare l’agorafobia: la parola proviene dal greco αγορά (piazza) e φοβία (paura): quindi letteralmente “paura della piazza”

Più semplicemente possiamo definirla come la paura di trovarsi in luoghi aperti ed affollati e situazioni in cui potrebbe essere difficile od imbarazzante allontanarsi, o nei quali può non essere disponibile un aiuto nel caso in cui insorga improvvisamente un attacco di panico. 

La conseguenza dell’agorafobia è quella di una riduzione della propria autonomia e la rinuncia a svolgere attività quotidiane piacevoli o che danno soddisfazione personale. 

Disturbo di panico: diagnosi

Affinché si possa diagnosticare un disturbo di panico occorre che :

  • il soggetto abbia ricorrenti attacchi di panico imprevisti, non provocati, durante i quali si verificano almeno 4 dei sintomi di cui abbiamo parlato poco sopra;
  • Almeno 1 di questi aspetti per almeno 1 mese:- timore persistente di avere attacchi di panico o timore delle conseguenze (ad esempio timore di perdere il controllo o di impazzire);- modificazione del comportamento a causa degli attacchi di panico (ad esempio si evitano situazioni che potrebbero causare un attacco).
  • Gli attacchi di panico non devono essere la conseguenza degli effetti fisiologici diretti di una sostanza o una condizione medica generale;
  • gli attacchi di panico non devono essere meglio giustificati da un altro disturbo mentale, come, ad esempio, la fobia sociale. 

Il disturbo di panico è una condizione borderline tra mente e corpo: è caratterizzato da una serie di meccanismi attraverso i quali il corpo invia segnali di malfunzionamento alla mente, costringendola ad interrompere bruscamente la sua attività, in modo da potersene occupare. 

Attacchi di panico: cause

Non si conoscono attualmente le cause degli attacchi di panico, ma è stata notata una correlazione con grandi cambiamenti, come ad esempio iniziare un nuovo lavoro o avere un figlio, e fattori di stress, come ad esempio un lutto o un divorzio. 

Una possibile correlazione vi è con condizioni mediche generali o altre cause fisiche.

Attacchi di panico: fattori di mantenimento

Sono numerosi i fattori che possono non solo mantenere ed alimentare gli attacchi di panico, ma anche ostacolare la loro risoluzione:

  • distrazione: si tratta di processi di evitamento cognitivo dell’ansia, il quale implica il tenersi impegnati per non accorgersi dei sintomi d’ansia e quindi innescare il circolo del panico;
  • emozione come informazione: il nostro stato emotivo diventa la nostra fonte d’informazione: se proviamo ansia deduciamo che c’è un pericolo in agguato;
  • evitamenti: vengono evitate le situazioni e i luoghi che si ritiene possano favorire il panico: la persona si chiude nella sua comfort zone, che però, con il passare del tempo, può restringersi sempre più;
  • comportamenti protettivi: durante il circolo del panico hanno la funzione di prevenire l’attacco di panico;
  • effetto di coerenza con l’emozione: si tratta di un curioso fenomeno cognitivo, secondo il quale pensieri e credenze tendono ad essere coerenti con l’emozione attivata;
  • sensibilità all’ansia: alcuni individui possono essere predisposti a provare paura per le proprie sensazioni relative all’attivazione fisiologica;
  • attenzione selettiva: vengono monitorate le sensazioni interne prestando particolare attenzione alle situazioni temute per verificare se ci sono segnali che potrebbero scatenare l’attacco di panico: questo da un lato comporta l’abbassamento della soglia di percezione di queste sensazioni, e dall’altro l’attivazione del circolo vizioso del panico. 

Attacchi di panico: cura

Spesso per curare gli attacchi di panico vengono prescritti dei farmaci ansiolitici e/o antidepressivi.

Se si vuole iniziare un percorso psicoterapico, chi soffre di attacchi di panico può trovare utile l’aiuto offerto dalla psicoterapia di sostegno, che comprende educazione e consulenza.

Ma la psicoterapia più indicata è quella cognitivo- comportamentale, la quale si concentra principalmente su:

  • prestare attenzione a ciò che si prova in un determinato momento e/o situazione, anche a livello di sensazioni corporee; 
  • identificazione dei pensieri correlati all’emozione;
  • esercitazione sul mettere in dubbio pensieri e convinzioni disfunzionali; 
  • sostituzione di pensieri e convinzioni disfunzionali con dei pensieri più vicini alla realtà e/o più utili al raggiungimento dei propri obiettivi;
  • interrompere il processo di evitamento di luoghi e situazioni che si pensa possano scatenare gli attacchi di panico, attraverso la terapia espositiva;
  • prevenzione delle ricadute. 

Alcune persone che soffrono di attacchi di panico si ristabiliscono senza trattamento, in altri il disturbo può seguire un percorso irregolare per anni. Per alcune persone è sufficiente un incoraggiamento a tornare e restare nei luoghi in cui si sono verificati gli attacchi di panico.

Per richiedere una consulenza psicologica puoi fissare un appuntamento contattandomi al numero 3925434665 o all’indirizzo mail psicologaromamarconi@gmail.com

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