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Alessitimia: “non capisco quali emozioni sto provando”

L’alessitimia è anche detta “analfabetismo emotivo” e si traduce nella difficoltà a riconoscere e ad esprimere le proprie emozioni.

Vediamo più nello specifico cos’è l’alessitimia e quali sono le sue cause e caratteristiche.

Alessitimia: definizione

L’alessitimia o “analfabetismo emotivo” consiste in una condizione di ridotta consapevolezza emotiva.

Attualmente l’alessitimia non è presente nel DSM 5, il manuale diagnostico maggiormente utilizzato, in quanto non viene riconosciuta come un disturbo a sé, ma come un’alterazione della regolazione affettiva, ed infatti compare come sintomo in numerosi disturbi, sia fisici che psichici. 

Spesso è presente nel contesto della sindrome di Asperger, in disturbi di personalità (soprattutto antisociale e narcisistico), nel disturbo da stress post traumatico e in caso di lesioni cerebrali traumatiche o acquisite. 

L’alessitimia è correlata a disturbi psicosomatici, come ad esempio disturbi gastrointestinali, ipertensione e disfunsioni sessuali. 

Può essere un fattore di rischio per sviluppare condizioni di natura psicologica come anoressia, bulimia nervosa, abuso di sostanze, depressione, e disturbi d’ansia. 

L’alessitimia è spesso correlata all’ipocondria: infatti, l’alessitimico tende ad interpretare l’attivazione fisica che accompagna l’emozione come un sintomo di una malattia fisica e a sviluppare preoccupazioni ipocondriache. 

Alessitimia: descrizione

L’alessitimico appare ben adattato socialmente, quando in realtà sono spesso presenti difficoltà relazionali, incomprensioni e contrasti, soprattutto da parte del partner, che può sentirsi frustrato dall’apparente disinteresse dell’alessitimico nei confronti degli stati emotivi altrui. 

L’alessitimico spesso può apparire freddo, scostante, poco empatico e molto concreto. Il soggetto tende a perdere il contatto con la propria vita emotiva, raramente si entusiasma o si interessa attivamente a qualcosa, anzi conduce una vita piatta e con pochi stimoli. Ha difficoltà di introspezione e presenta a volte una capacità immaginativa ed onirica ridotta o quasi inesistente. 

Attenzione: l’alessitimia non corrisponde, quindi, alla completa assenza di emozioni ma ad una difficoltà nell’interpretare e valutare gli affetti. 

Infatti gli alessitimici mostrano una normale attivazione in presenza di emozioni, ma hanno grandi difficoltà ad individuare quali siano i motivi che li spingono a provare o esprimere le proprie emozioni: potrebbe, ad esempio, scoppiare a piangere o ridere senza sapere perchè e senza riuscire a spiegare qual’è l’emozione sottostante in quel momento. 
Allo stesso tempo non sono in grado di interpretare le emozioni altrui.

Hanno anche difficoltà a distinguere stati emotivi da percezioni fisiologiche. 

Alessitimia: cause

spesso l’alessitimia è più frequente tra gli uomini a causa di un fattore culturale: l’uomo virile è colui che sa controllare e reprimere le proprie emozioni.

La causa più comune dell’alessitimia sembra riguardare il rapporto con i genitori durante l’infanzia, da cui dipende lo sviluppo psico-affettivo di ogni individuo. 

In mancanza di un’adeguata relazione affettiva il bambino avrà grandi difficoltà a modulare il proprio stato emotivo. 

In presenza di una famiglia eccessivamente autoritaria, o a causa della separazione dai genitori, anche per brevi periodi, a causa di una carenza affettiva o per un evento traumatico, il soggetto presenterà difficoltà a comprendere e comunicare adeguatamente emozioni e stati d’animo. 

Il bambino, infatti, inizialmente percepisce stati di disagio o benessere a cui non sa ancora dare un nome. 

Grazie all’accudimento da parte dell’adulto e all’attenzione che l’adulto porrà ai bisogni del bambino, l’emozione si svilupperà. Al contrario, una carenza da parte dell’adulto lascerà l’emozione ad un livello primitivo, ossia a livello di sensazione e nient’altro. 

L’alessitimia, in quest’ottica, rappresenta un meccanismo di difesa per arginare delle emozioni che risulterebbero, altrimenti, ingestibili. 

Alessitimia: caratteristiche

le caratteristiche più comuni dell’alessitimia sono: 

  • Difficoltà a descrivere ed identificare le proprie emozioni, con vocabolario emotivo limitato;
  • Difficoltà nel distinguere tra sentimenti e sensazioni corporee legate all’attivazione emotiva;
  • Processi immaginativi e attività onirica limitati;
  • Stile cognitivo concreto, orientato verso l’esterno;
  • Stile lessicale privo di intensità emotiva e mancanza di riferimenti a vissuti emotivi;
  • Rigidità psicomotoria e povertà nel repertorio mimico-gestuale;
  • Iperadattamento e tendenza al conformismo;
  • Tendenza a sviluppare relazioni di dipendenza, o in mancanza di essa tendenza all’isolamento;
  • Scarsa capacità di contatto con le proprie emozioni e tendenza a rispondere a eventi stressanti con comportamenti impulsivi o inadeguati (ad esempio uso eccessivo di cibo, alcool o altre sostanze);
  • Tendenza ad accusare disturbi fisici di fronte a situazioni di disagio psicologico;
  • Commorbilità con tratti isterici ed ossessivi;

Alessitimia e relazioni affettive: 

Le relazioni amorose con un alessitimico non sono mai semplici. 

Sarà difficile fare progetti per il futuro, risolvere problemi o raggiungere anche semplici accordi. 
L ‘alessitimico ha grandi difficoltà a capire perchè il partner si senta ferito da determinati comportamenti, o di cosa ha bisogno, cosa lo rende triste, perchè ha cambiato umore. 

Non ama il linguaggio romantico, anzi si concentra su ciò che è logico e concreto. Se il partner gli chiedesse una conversazione intima non si sentirebbe all’altezza perchè non riesce a comprendere il bisogno di approfondire tematiche emotive. 

La comunicazione con la persona alessitimica può essere spesso rigida, difficile e frustrante. 

L’alessitimico potrebbe pensare che sia il partner ad avere problemi con le emozioni: le giudicherà troppo intense, irrazionali ed incomprensibili. 

Alessitimia: test

il test più affidabile per identificare l’alessitimia è il TAS-20 (Toronto Alexithymia scale): si tratta di una scala di autovalutazione di 20 domande che ha lo scopo di individuare le 3 caratteristiche alla base del disturbo: 

  • difficoltà a identificare i sentimenti;
  • difficoltà a descrivere i sentimenti altrui;
  • pensiero orientato quasi esclusivamente all’esterno, e raramente verso i propri stessi processi interiori. 

Alessitimia: chiedere aiuto

è fondamentale per un alessitimico poter contare su un supporto psicologico

Il compito del terapeuta sarà quello di aiutare i pazienti alessitimici ad esprimere, riconoscere e gestire le proprie emozioni, a sviluppare empatia, abilità sociali e ridurre ansia e stress.

Un aiuto utile da parte del terapeuta sarà la sua capacità di intercettare cosa il paziente sta provando in tempo reale, durante la seduta: questo potrà aiutare il paziente a comprendere che le sue emozioni si esprimono attraverso una serie di segnali non verbali e paraverbali, e di conseguenza potrà riuscire a capire come identificare l’emozione che sta provando. 

Il primo passo sarà di aiutare il paziente ad etichettare le sue emozioni, proprio a livello semantico, quindi a dare un nome all’emozione che prova. Questo permette al paziente di accrescere la conoscenza di se stesso. 

Inoltre essere consapevoli di ciò che si prova facilita lo scambio nell’incontro con l’altro, avvicina e crea condivisione. 

Un suggerimento semplice ma sempre utile può essere quello di tenere un diario, in cui imparare a descrivere ciò che si sta provando in una determinata situazione. 

Attenzione, non sarà semplice: l’alessitimico è spesso inconsapevole delle sue difficoltà ed è convinto di comportarsi normalmente. 

Per richiedere una consulenza psicologica puoi fissare un appuntamento contattandomi al numero 3925434665 o all’indirizzo mail psicologaromamarconi@gmail.com

4 commenti

  • serena

    Interessantissimo! Ho appena avuto a che fare con una persona esattamente così e che diceva che io ero intensa. Ma lui era assolutamente passivo e quando cercavo di fare discorsi un po’ più seri con un tono un po’ più alto diceva che gridavo ed ero intensa. In più aveva disfunzioni sessuali. Ora capisco che non ero io il problema. Purtroppo la relazione è finita perché non si è reso conto di avere qualcosa che non va e dava la colpa a me.

    • Psicologa Roma Marconi

      Buongiorno Serena e grazie per avermi contattata. Mi scuso se le rispondo con un così tanto ritardo ma non avevo ricevuto notifica del suo commento e non li controllo spesso.
      Mi fa piacere che il suo articolo le sia stato utile.
      Purtroppo non tutti hanno o vogliono prendere consapevolezza di avere un problema, può essere più facile dire di non averne che affrontarne il peso emotivo.
      Grazie e buona giornata,

      Dott.ssa Pardo Francesca

  • Enzo Ferrara

    Gentile d.ssa, sono un padre di un 46enne che credo abbia questa incapacità di esprimere sentimenti a causa di un trauma subito 25 anni fa. La mia azienda ebbe un crollo che coinvolse tutta la famiglia. come succede in questi casi, la disperazione invase casa mia. io ebbi una forte depressione e solo dopo parecchi anni insieme a mia moglie e mia figlia siamo riusciti e venirne fuori. Mio figlio no. Dopo 25 anni in cui mi ha dimostrato il suo disprezzo, mi ha ferocemente accusato di essere la causa del suo fallimento nella vita sentimentale e lavorativa. Cosa posso fare per salvarlo. Da me non accetta nemmeno il saluto.
    Cosa mi consiglia.
    Grazie. Cordiali saluti.
    Legnano (MI)
    Enzo Ferrara

    • Psicologa Roma Marconi

      Buongiorno Enzo e grazie per avermi contattata. Mi scuso se le rispondo con largo ritardo ma non avevo ricevuto notifica del suo commento.
      Può essere davvero difficile elaborare un trauma e le sue conseguenze, anche e soprattutto quando queste si trasmettono ai nostri cari. Suo figlio non ha elaborato la difficile situazione che avete vissuto in casa, probabilmente non ha sviluppato uno stile di attaccamento sicuro.
      Suo figlio, tuttavia, è adulto e dovrebbe pensare lui a fare un suo percorso individuale, o in alternativa un percorso familiare con tutti voi.
      Nel caso volesse altre informazioni può scrivermi all’indirizzo mail psicologaromamarconi@gmail.com o al numero 3925434665.
      Grazie e buona giornata,

      Dott.ssa Pardo Francesca

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