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Shopping compulsivo: quando comprare diventa una dipendenza

Lo shopping compulsivo, o dipendenza da shopping, consiste nell’irresistibile impulso ad acquistare. 

Ma quali sono le conseguenze per chi ne soffre e per i loro cari?
È possibile uscirne?

Shopping compulsivo: definizione

Lo shopping compulsivo è caratterizzato da una difficoltà a controllare un irrefrenabile impulso ad acquistare oggetti. 

Questa dipendenza si organizza attorno a determinati stati emozionali, e non attorno a reali bisogni e desideri: prima dell’acquisto sono frequenti stati negativi come ansia e tensione; il momento immediatamente precedente e successivo all’acquisto sono caratterizzati da stati emozionali positivi come euforia e sollievo.
Queste emozioni positive sono, però, seguite da emozioni spiacevoli, come la frustrazione o il senso di colpa. 

Si innesca un circolo vizioso: senso di colpa → disperazione → crollo dell’autostima → perdita del controllo → shopping.
Lo shopping arriva con una valenza compensatoria e riparatrice dell’umore. 

Si potrebbe definire un’ “abbuffata” di beni materiali. 

La tensione crescente che si prova in quel momento si allevia solo acquistando, nonostante questo provochi difficoltà economiche, relazionali, lavorative e psicologiche. 

Si tratta di una “dipendenza comportamentale”, o “dipendenza oggettuale“.
Trattandosi di una dipendenza che non prevede l’utilizzo di sostanze (alcool, droga, farmaci), le sue conseguenze vengono spesso sottovalutate dalla società.

Le persone più a rischio sono di sesso femminile, generalmente tra i 20 e i 30 anni, ossia l’età in cui si raggiunge una certa indipendenza economica. 

Negli ultimi anni si è riscontrato un aumento di casi di shopping compulsivo negli uomini, tra i 30 e i 50 anni, interessati spesso a capi d’abbigliamento costosi, orologi o ad altri oggetti high-tech.

Spesso il disturbo, prima di manifestarsi chiaramente, è già presente in forma nascosta da molti anni, anche dieci. 

Lo shopping compulsivo si presenta spesso in chi soffre già di altre patologie, come disturbi dell’umore, ansia, disturbi del controllo degli impulsi e disturbi da uso di sostanze. 

Shopping compulsivo: cause

Alla base dello shopping compulsivo può esserci la preoccupazione di apparire poco desiderabili o poco attraenti.

L’origine del disturbo riguarda spesso l’educazione genitoriale, troppo permissiva o, al contrario, iperprotettiva. 

Lo shopping compulsivo può ricollegarsi anche a delle esperienze negative infantili o a delle problematiche affrontate nell’arco dello sviluppo. 
Ad esempio, l’acquisto compulsivo può essere un tentativo di compensare alcuni desideri infantili repressi. 

Un altro motivo che porterebbe all’instaurarsi della dipendenza da shopping sarebbe il fatto di aver avuto genitori che manifestavano il loro affetto tramite attenzioni materiali. 

Infine, spesso lo shopping compulsivo è legato ad un continuo tentativo di riempire un vuoto interiore, e non è raro che il compratore compulsivo sia alla ricerca di un genitore, reale o simbolico, che si assuma la responsabilità di riparare al danno economico. 

Shopping compulsivo: le 4 fasi

Lo shopper compulsivo non pianifica i propri acquisti, ma li compie in preda ad emozioni negative e nella totale perdita di controllo, ignorando le conseguenze a cui andrà certamente incontro. 

Ogni singolo episodio di shopping compulsivo sembra avvenire secondo una sequenza di 4 fasi

  1. la persona inizia ad avere pensieri, preoccupazioni e senso di urgenza verso l’atto di acquistare, sia in generale sia riguardo un oggetto in particolare. Questa fase, inoltre, sembra solitamente preceduta da emozioni sgradevoli quali tristezza, ansia, noia o rabbia;
  2. la persona si prepara all’acquisto pianificando alcuni aspetti come i negozi da visitare, il genere di articoli da ricercare o addirittura il metodo di pagamento che si intende utilizzare;
  3. è la fase dello shopping compulsivo vero e proprio: la persona, spesso in preda ad una eccitazione quasi sensuale, si sente “corteggiata” dagli oggetti che vede e dalle loro qualità, valutate in quel momento come estremamente attraenti e irrinunciabili;
  4. successivamente all’acquisto, le precedenti sensazioni di eccitazione ed euforia si tramutano rapidamente in frustrazione, senso di colpa, vergogna e delusione verso se stessi.

Shopping compulsivo: caratteristiche

Lo shopping compulsivo è una strategia per alleviare uno stato depressivo sottostante. 

Sono presenti sentimenti negativi come tristezza, solitudine, frustrazione o rabbia: questi sentimenti aumentano la tendenza a fare acquisti. 

Gli oggetti acquistati servono solo a riempire un vuoto di sentimenti positivi e ad innalzare l’autostima del soggetto.
Il soggetto ha bisogno di essere riconosciuto come speciale. 

La scelta degli articoli da acquistare spesso risponde ad un bisogno, più o meno cosciente, di costruire all’esterno la propria identità, attraverso la proprietà di oggetti socialmente riconosciuti come vincenti.
Inoltre, al giorno d’oggi, lo shopping ha assunto una valenza simbolica connessa allo svago, allo scambio sociale, e ad attività ludiche. 

Il soggetto che soffre di shopping compulsivo cerca un’immediata gratificazione, pur essendo consapevole che l’acquisto avrà delle conseguenze negative. 

Dopo l’acquisto si prova colpa e vergogna, tanto che gli oggetti acquistati vengono nascosti al resto della famiglia, messi da parte, regalati o buttati via. 

Alcune elementi che caratterizzano lo shopping compulsivo sono:

  • il denaro investito per lo shopping è eccessivo rispetto alle proprie possibilità economiche;
  • gli acquisti si ripetono più volte in una settimana;
  • gli acquisti perdono la loro ragione d’essere: non importa che cosa si compri: ciò che conta è acquistare per soddisfare un bisogno inderogabile e imprescindibile;
  • lo shopping risponde ad un bisogno che non può essere soddisfatto, per cui il mancato acquisto crea pesanti crisi di ansia e frustrazione;
  • lo shopping compare come qualcosa di nuovo rispetto alle abitudini precedenti.

Shopping compulsivo: lo shopping online

Lo shopping online sembra coinvolgere maggiormente chi ha bassa autostima, bassa coscienziosità, tendenza generale a sviluppare altre forme di dipendenza (sesso, lavoro), scarsa capacità di autoregolazione e tendenza a provare un sovraccarico emotivo.

Lo shopping compulsivo online viene facilitato da diversi fattori:

  • l’eliminazione, tramite la rete, dell’intermediazione umana;
  • la possibilità di reperire su internet oggetti rari e inusuali
  • l’utilizzo delle carte di credito o di metodi di pagamento alternativi come Paypal, che aumentano la facilità di acquisto online e rinforzano la condotta di tipo compulsivo;
  • la possibilità di partecipare ad aste virtuali;
  • l’assenza di altre persone che potrebbero inibire il comportamento compulsivo.
  • divertimento;
  • anonimato sociale;

Shopping compulsivo: conseguenze

Lo shopping compulsivo causa problemi come stress, problemi a livello familiare, sociale, lavorativo, di coppia e finanziario. 
Non è raro arrivare a perdere il lavoro, chiedere prestiti per pagare le spese della carta di credito, divorziare o separarsi dal partner.

Shopping compulsivo: come chiedere aiuto

Lo psicologo dovrà innanzitutto comprendere se lo shopping compulsivo è il disturbo primario (consumopatia morbosa) oppure secondario (consumopatia abusiva) e quindi connesso ad un altro disturbo patologico, come depressione, disturbi d’ansia, disturbi dell’umore, ecc.: una volta compresa l’origine del disturbo saprà se dovrà lavorare sulla patologia principale (e quindi trattare poi di conseguenza il disturbo da shopping compulsivo ad essa connessa), oppure se lavorare direttamente sul disturbo da shopping compulsivo. 

Lo psicologo aiuterà il paziente ad acquisire, gradualmente, un controllo sempre maggiore dei propri impulsi, limitando il budget, ed imparando ad osservare i prodotti in vendita senza necessariamente doverli anche comprare.

Inoltre si interverrà sul concetto di autostima e svalutazione di sé di cui soffre il paziente. 

Dato che spesso è l’ansia a spingere all’acquisto, è necessario innanzitutto diminuirne la frequenza e la durata tramite, ad esempio, tecniche di rilassamento. 

Inoltre sarà importante aiutare il paziente a trovare piaceri alternativi. 

Shopping compulsivo: alcuni piccoli consigli

Alcuni semplici auto-aiuti possono essere:

  • fare una lista della spesa e comprare solo quello che è presente sulla lista;
  • pagare in contanti ed utilizzare la carta di credito solo in situazioni di emergenza;
  • dedicarsi ad un’attività sportiva o ad una passeggiata quando si manifesta l’impulso di entrare in un negozio per fare acquisti;
  • tenere un diario su cui annotare le spese effettuate, il giorno e l’ora;
  • chiedersi, prima dell’acquisto, se si ha davvero bisogno di quell’oggetto o se davvero si desidera, ma senza imporsi dei divieti sul proprio comportamento, perchè questi aumentano la voglia di infrangerli. 

Per richiedere una consulenza psicologica puoi fissare un appuntamento contattandomi al numero 3925434665 o all’indirizzo mail psicologaromamarconi@gmail.com

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