sindrome della crocerossina wendy
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La sindrome della crocerossina o di Wendy: cause e caratteristiche

Chi soffre della sindrome della crocerossina, anche chiamata sindrome di Wendy, si sente gratificato a vedere l’altro (generalmente il partner) “salvo” grazie ai propri sacrifici e al proprio aiuto.
La crocerossina si sente indispensabile per il proprio compagno e per la propria relazione. 

La crocerossina esiste solo se c’è qualcuno da curare o salvare: scelgono generalmente partner che hanno bisogno di cure o attenzioni o aiuto. 

Approfondiamo insieme chi è una crocerossina e quali sono le sue caratteristiche.

La sindrome della crocerossina: definizione

La sindrome di Wendy nasce dalla favola di Peter Pan, dello scrittore J.M. Barrie: Wendy Darling è una bambina di 10 anni che viene adultizzata dalla famiglia e spinta a prendersi cura dei suoi fratelli.
Si prende cura anche di Peter Pan, conservando la sua ombra e ricucendola.
Inoltre segue Peter sull’isola che non c’è, diventando la mamma dei bimbi sperduti.

Wendy non si lamenta del suo ruolo da adulta, è lei ad offrirsi come tale e ciò la rende felice. 

Chi soffre della sindrome di Wendy tende ad accudire, proteggere, soddisfare e gratificare l’altro, andando a discapito anche dei propri bisogni pur di soddisfare quelli dell’altro. 

La crocerossina mette in atto comportamenti materni, protettivi ed accudenti, allo scopo assecondare e gratificare il partner. 

Il prendersi cura dell’altro viene attuato con volontà, consapevolezza e gioia: infatti aiutare l’altro gratifica il soccorritore.
Ci si sente indispensabili affinché la relazione possa andare avanti. 

Questi atteggiamenti sono generalmente rivolti verso il partner, ma possono rivolgersi a chiunque: genitori, figli, fratelli, amici, colleghi. 

La sindrome di Wendy riguarda soprattutto le donne, ma anche gli uomini possono svilupparla.

Si tratta una forma indiretta di dipendenza e non è attualmente inclusa nel DSM. 
La crocerossina può avere una personalità dipendente, con profonda insicurezza e scarsa autostima. Nell’essere utile per l’altro trova una conferma di sè.

L’altro diventa oggetto d’amore in condizionato, viene idealizzato, aiutato e soccorso, a discapito anche del proprio benessere. 

Chi viene soccorso di solito è una persona complicata, inafferrabile, problematica, con le quali si instaurano relazioni che inizialmente vengono percepite come difficili. 

“Io ti aiuterò, tu starai meglio, mi sarai riconoscente e mi amerai.” 

Dietro la crocerossina c’è una personalità dipendente e una conseguente paura di ritrovarsi soli, di essere abbandonati o rifiutati.
Le spaventa l’idea che non ci sia nessuno da aiutare: non ci di sente utili né apprezzate. 

Ciò che pensa Wendy è di essere indispensabile per gli altri, i quali vanno protetti anche sacrificandosi, perchè l’amore richiede sacrificio.

Le crocerossine pensano che l’amore non sia qualcosa di gratuito ma qualcosa da doversi meritare.

La sindrome della crocerossina: cause

Generalmente la sindrome della crocerossina è più frequente tra le donne, probabilmente a causa di valori culturali: le donne sono più predisposte alla cura, all’ascolto, all’empatia, al sostegno, all’aiuto e al sacrificio. 

Le cause della sindrome della crocerossina vanno ricercate nell’infanzia, nella personalità, nello stile di vita, nell’educazione ricevuta, nei bisogni e nelle circostanze della vita attuale. 

Solitamente chi sviluppa la sindrome di Wendy è cresciuta in una famiglia in cui erano presenti genitori immaturi o problematici in cui i figli hanno fatto da genitori a loro e a fratelli e sorelle. Oppure figli che hanno preso il posto del capofamiglia assente.
Si tratta di persone che da bambine sono state adultizzate prima di aver sviluppato un’adeguata maturità affettiva.

Nella vita adulta queste persone ripropongono inconsapevolmente lo stesso atteggiamento relazionale di allora, mettendo da parte loro stesse per dedicarsi completamente all’altro.
La loro identità è caratterizzata da disistima e continuo bisogno del consenso da parte degli altri.

La sindrome della crocerossina: caratteristiche

La sindrome di Wendy deriva dal bisogno di approvazione: chi ne soffre avrà relazioni di coppia in cui la sua personalità verrà annullata per permettere a quella dell’altro di emergere.
Il suo valore sarà sempre più difficile da riconoscere. 

Di solito si scelgono partner bisognosi d’aiuto: spesso si concentrano su uomini malati, depressi, dipendenti (ad esempio alcolisti o tossicodipendenti), o uomini immaturi (l’eterno Peter Pan), ma potrebbe anche essere possibile un uomo meno problematico, che è meno bisognoso d’aiuto e che cerca autonomia: in quel caso egli può sentirsi soffocato dalla compagna, può allontanarla: la rottura della relazione riavvia il ciclo: crollo dell’autostima di lei, il bisogno di trovare un nuovo bisognoso per sentirsi utile. 

La sindrome della crocerossina nasconde in realtà grandi insicurezze e un bisogno non confessato di essere curate. 
Ci si identifica con la persona che soffre (il partner).

Le crocerossine vivono di gratificazione riflessa: non si sentono contente o gratificate per aver fatto qualcosa di buono direttamente per sè: sono felici e soddisfatte nel vedere un altro gioire per qualcosa che hanno fatto loro. 

In realtà spesso le crocerossine non aiutano davvero l’altro perché la sua guarigione significherebbe tornare a sentirsi inutili.
L’altro diventa un mezzo per colmare il vuoto affettivo ed esistenziale che si portano dentro. 

Generalmente questi rapporti terminano perché l’altro decide di curarsi seriamente riconquistando la propria autonomia: in questi casi se la crocerossina non fa un proprio lavoro di crescita personale difficilmente il rapporto potrà funzionare perché la guarigione dell’altro ha reso inutile il suo ruolo. 

Le principali caratteristiche di una crocerossina sono:

  • paura di essere abbandonati o rifiutati;
  • paura di restare soli: la sindrome della crocerossina ha molti sintomi in comune col disturbo dipendente di personalità;
  • sacrificarsi per amore: è necessario soffrire in amore, è il normale prezzo da pagare ed è meglio della solitudine;
  • bassa autostima: la donna si convince della propria importanza per contrastare una bassa considerazione di sé: non ha secondi fini, ma trova appagamento nell’idea di essere necessaria per qualcuno;
  • dimentica i propri bisogni e desideri;
  • non si aspetta niente dagli altri: dà tanto senza aspettarsi o accettare niente in cambio (diversamente dalle persone tossiche che offrono qualcosa al fine di manipolare ed ottenere dall’altro);
  • è una persona molto generosa;
  • può cadere preda dei manipolatori;
  • può stare male se non c’è un bisogno altrui da soddisfare: in questi momenti sente di valere poco. La sua autostima e il suo valore sono influenzati dall’aiuto che può dare agli altri;
  • incapacità di ascoltarsi ed osservarsi, riconoscere i propri bisogni;
  • riprendere l’altro per ogni errore nel tentativo di renderlo perfetto;
  • sostituirsi in tutto e per tutto al partner;
  • sacrificare la propria vita e i propri spazi per l’altro.

La crocerossina potrebbe risultare scontata agli occhi del partner, oppressiva e frustrata perché più fa e più peggiora la situazione. 

La sindrome della crocerossina: chiedere aiuto

Il primo passo per chi soffre della sindrome della crocerossina è essere consapevoli di soffrirne: la crocerossina molto spesso non si rende conto di essere la responsabile della propria sofferenza e per questo difficilmente cercherà aiuto da sola. 

Chiedere aiuto ad un professionista significherà innanzitutto ricercare insieme le cause che hanno innescato una personalità da salvatrice: verrà esplorata la vita di questi soggetti per capire in che modo si è costruita in loro la credenza che l’amore abbia un prezzo e vada guadagnato.

A tal proposito sarà essenziale scoprire se ci sono stati vissuti abbandonici e se è presente una paura del rifiuto.

Il lavoro proseguirà diventando consapevoli che nulla può essere davvero per sempre e che alle separazioni, per quanto dolorose, si può sopravvivere.

Un professionista lavorerà assieme alla crocerossina sulla costruzione dell’autostima, sul concetto che le gratificazioni esistono soprattutto  quando facciamo del bene a noi stessi: per questo bisognerà spostare il focus dai bisogni dell’altro ai propri.

Alcuni punti su cui sarà altrettanto importante lavorare sono:

  • sviluppare emozioni positive;
  • imparare a riflettere prima di accettare di fare un favore a qualcuno: cosa comporta per voi questo impegno? 
  • migliorare l’assertività: esprimere i propri bisogni e desideri in modo più chiaro e diretto;
  • abbandonare il senso di colpa se si dice di no;
  • riprendersi la propria autonomia: dedicarsi ogni giorno un piccolo spazio per fare ciò che ci crea benessere e riconoscerlo. 
  • evitare di intervenire ad ogni minima manchevolezza del partner facendo sì che si assuma da solo le proprie responsabilità: sarà importante per apparire meno scontata agli occhi dell’altro; 
  • tirare fuori la rabbia e i sensi di colpa accumulati scrivendo un diario: è un esercizio utile perchè porta a prendere le distanze e riflettere in modo più oggettivo sul perché dei propri atteggiamenti;
  • provare ad immaginare cosa fareste se foste in una situazione differente, in cui non siete delle crocerossine: su cosa concentrereste il vostro tempo, quali sono le vostre passioni, su cosa non interverreste;
  • cercare di mettere in atto piccoli cambiamenti.

Per richiedere una consulenza psicologica puoi fissare un appuntamento contattandomi al numero 3925434665 o all’indirizzo mail psicologaromamarconi@gmail.com

5 commenti

  • Stefania

    Articolo meraviglioso, tutto spiegato alla perfezione! Ci sono passata anch’io e finalmente ne sono uscita, ho ritrovato me stessa ed è stato il viaggio più bello della mia Vita. Ho imparato ad amare me stessa e il prossimo.

    • Psicologa Roma Marconi

      Grazie Stefania,
      mi fa piacere che il mio articolo le sia piaciuto e anche che abbia trovato la forza per uscire da quella difficile situazione, ha fatto un grande lavoro su se stessa!

      Dott.ssa Pardo Francesca

    • Psicologa Roma Marconi

      Buongiorno Lidia e grazie per avermi contattata. Mi scuso se le rispondo con così tanto ritardo ma non avevo ricevuto notifica del suo commento.
      È importante, nella sindrome da crocerossina, lavorare sulla sua autostima, in modo da elaborare la consapevolezza che si può essere amati per quello che siamo e non solo per l’aiuto che riusciamo ad offrire.
      Nel caso volesse prendere un appuntamento può scrivermi all’indirizzo mail psicologaromamarconi@gmail.com o al numero 3925434665.
      Grazie e buona giornata,

      Dott.ssa Pardo Francesca

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