gaslighting
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Gaslighting: sei vittima di una manipolazione psicologica?

In una relazione fiducia e rispetto verso se stessi e verso l’altro sono fondamentali.

Ma cosa succede quando uno dei due mette in atto atteggiamenti manipolatori al solo scopo di rendere l’altro dipendente ed insicuro?

Se sta accadendo questo nella tua vita potresti essere vittima di gaslighting: è un comportamento manipolatorio messo in atto da una persona per fa sì che l’altra (solitamente il/la partner) dubiti di se stessa e dei suoi giudizi, fino a sentirsi confusa e sbagliata.

Si tratta di un vero e proprio lavaggio del cervello perverso: la vittima si convince di essere sbagliata e di meritare disprezzo e punizioni. 

Analizziamo insieme cos’è il gaslighting.

Gaslighting: definizione

Il gaslighting è una forma di violenza psicologica gratuita e persistente, somministrata a piccole dosi di giorno in giorno, fino ad annullare nella vittima la sua capacità di giudizio ed autonomia valutativa. 

Nasce in quei rapporti precedentemente basati sull’amore. 
La causa scatenante del gaslighting può essere una frustrazione alla quale il gaslighter non sa adeguatamente reagire, e che lo porta a sentirsi insicuro e a dubitare di se stesso.

A questo punto tutto crolla: l’amore viene sostituito dalla manipolazione, dalla cattiveria e dalle molestie. 

Si tratta di azioni consapevoli e calcolate, mirate a confondere la percezione della vittima e demolire al sua autostima e ricavarne una sudditanza psicologica da trarre a proprio vantaggio. 
Spesso gli attacchi sono subdoli, impliciti, non visibili dall’esterno.

Gaslighting: manipolatore e vittima

Il gaslighting coinvolge 2 figure:

  • il manipolatore: è colui che mette in atto la manipolazione, proiettando i suoi conflitti psichici sulla vittima allo scopo di ottenere il controllo su di lei;
  • la vittima: è la persona che subisce la manipolazione. Generalmente si tratta di una persona:
    – con un’eccessiva empatia: tende a salvaguardare l’altro più che se stessa;
    – con un desiderio fusionale con l’altro: ha bisogno di sentirsi una cosa sola col partner;
    – con paura di un’esplosione emotiva dell’altro, piena di offese e critiche distruttive;
    – con una scarsa autostima.

Generalmente il gaslighter e la vittima sono legati da una relazione sentimentale o sono parenti stretti.

Gaslighting: chi è il gaslighter

Ci sono 3 tipologie di gaslighter:

  • l’affascinante: è il più insidioso perchè alterna momenti di silenzi ostili e frecciatine a momenti di amore e lusinghe. Il risultato è che la vittima si sente disorientata. 
  • il bravo ragazzo: sembra avere a cuore solo il bene della vittima, si mostra come una persona altruista, mentre in realtà antepone i propri bisogni e il proprio tornaconto personale a quello della vittima, anche se riesce a dare l’impressione opposta;
  • l’intimidatore: è diverso dai precedenti, infatti non si nasconde dietro a delle maschere, rimprovera apertamente la vittima, le rivolge battute sarcastiche, e l’aggredisce esplicitamente. 

Lo scopo comune a queste 3 tipologie di gaslighter è quello di ridurre la vittima ad un tale livello di dipendenza fisica e psicologica, annullando la sua capacità di autonomia, responsabilità e la fiducia in se stessa, anche per cose banali. 

La vittima si troverà imprigionata in questo comportamento e pian piano vedrà svanire le sue resistenze, fino a diventare complice del gaslighter. 

Il gaslighter generalmente inizia a mettere in atto le sue strategie manipolative fin da bambino, e questo lo rende sempre più capace ed abile: grazie alla sua grande esperienza è sempre in notevole vantaggio rispetto alla vittima. 

Il gaslighter è un grande calcolatore: riesce infatti a prevedere le reazioni della vittima, e quali sono i suoi punti deboli, inoltre riesce anche ad inviare alla vittima messaggi positivi, oltre che quelli negativi, soprattutto davanti ad altre persone, mostrandosi come un paziente salvatore. 

Il gaslighting non avviene solo tra partner, ma anche tra parenti stretti: ad esempio tra genitore e figlio.
Quando il genitore continua a porsi in modo autoritario con il figlio o quando è iperprotettivo, il bambino non sviluppa pienamente la sua personalità, diventa un soggetto passivo e si sente incapace di agire e di giudicare la realtà. 

In quasi tutte le forme di gaslighting è presente l’iperprotezione: il gaslighter è convinto di proteggere la sua vittima, tanto da essere autorizzato a sostituirsi ad essa, anche se, spesso, inconsapevolmente. 

Il gaslighting può avvenire anche nelle dinamiche amicali ma con lo stesso schema: un rapporto impari tra il superiore e il subordinato. 

Non sempre il gaslighter lo fa consapevolmente e rendendosi conto di compromettere la relazione. 
Può anche reagire con sorpresa o sofferenza se messo di fronte alle conseguenze delle sue azioni. 
Può trattarsi, ad esempio, di una persona fragile ed angosciata dal fatto di sentire la necessità di alterare la realtà pur di essere voluta dall’altro, perché non potrà mai essere amata così com’è. 

Il gaslighter patologico ha generalmente una personalità narcisistica o sociopatica

Gaslighting: le fasi della manipolazione

La manipolazione passerà attraverso 3 fasi:

  1. distorsione della comunicazione: inizieranno ad esserci continui silenzi ostili, frecciatine, la vittima non riuscirà a comprendere più il gaslighter e si troverà destabilizzata e confusa, è convinta che ci sia stato un fraintendimento; 
  2. tentativo di difesa: la vittima cercherà di controbattere al gaslighter dicendogli che ciò che dice non corrisponde a verità, proverà ad instaurare un dialogo, a far cambiare ed ammorbidire l’abusante, mettendo in atto le proprie capacità di ascolto e di dialogo per il bene della relazione;
  3. discesa nella depressione: la vittima inizierà sempre più a cedere, convincendosi di essere sbagliata e che ciò che dice l’abusante è la realtà, si rassegnerà e diventa insicura ed estremamente vulnerabile e dipendente.
    In questa fase la violenza raggiunge l’apice e si cronicizza: la vittima diventa debole, convincendo si della bontà e della ragione del gaslighter, che viene spesso idealizzato. 

Per la vittima è spesso difficile rendersi conto di cosa si sta subendo e, ancor di più, ammettere di essere manipolato. 

La vittima inizia a mostrarsi sempre d’accordo con il suo manipolatore, rinuncia ad esprimere le proprie opinioni se contrastanti, e vive passivamente. 

Gaslighter: strategie del manipolatore

Il gaslighter utilizza diverse strategie:

  • svalutazione progressiva: inizia con una leggera ironia sulla vittima, ad esempio sul modo di parlare, o sulla forma fisica. Poi inizia pian piano a criticare sempre meno velatamente carattere, preferenze, opinioni di parenti e amici della vittima. Infine insinua dubbi sulla moralità dell’altro, sull’intelligenza, lealtà, onestà. La conduce progressivamente all’isolamento, a volte totale. Spesso la vittima demolirà da sola i legami residui, per avvicinarsi alla protezione del suo salvatore; 
  • condizionamento: consiste nella somministrazione controllata di piccoli premi ogni volta che la vittima appare esausta o sul punto di crollare: una cena, un piccolo complimento, o spesso sesso). Il sesso viene utilizzato con un’attenzione strategica: ciò che la vittima percepisce come passione, viene invece utilizzata dal gaslighter per definire ancora di più il potere che ha sulla vittima;
  • silenzio manipolatorio: è la punizione strema. Nel silenzio la vittima tenderà a colpevolizzarsi e a commiserarsi e tornerà dal gaslighter più debole e sottomessa che mai;
  • alleanze: tendono a cercare alleanze con persone all’esterno della relazione, mostrando quanto sono bravi e pazienti a prendersi cura della vittima problematica.

I gaslighter considerano la sensibilità e le emozioni della propria vittima come negative, come sintomo di debolezza e tendono minimizzarle, per far sentire la vittima a disagio e fargliele reprimere.

Come abbiamo detto, il gaslighter mira a distruggere, pezzo dopo pezzo, le sicurezze del partner, e lo fa spesso pronunciando determinate frasi. 

Esempi possono essere:

  • Sei grassa (o magra, o brutta, ecc);
  • Sbagli sempre tutto, non ne fai una giusta;
  • Non è vero, te lo sarai immaginato;
  • Non sei nessuno;
  • Non vali niente;
  • Scusatela, mia moglie è cretina;
  • Come fai a non ricordartelo, me lo hai detto tu;
  • Non ci si può fidare di te;
  • Non sei capace;
  • Ecc. 

Si tratta di messaggi di svalutazione che hanno lo scopo di ferire emotivamente, di far dubitare la persona di se stessa, e se pronunciati alla presenza di altre persone diventa una pubblica umiliazione. 

Il gaslighter sa dove colpire per ferire l’altra persona, e prova godimento di fronte agli effetti. 

La conseguenza è una vera e propria dipendenza dall’opinione altrui, accompagnata da un senso di inadeguatezza ed insicurezza nei propri confronti.

In realtà la dipendenza che si sviluppa è reciproca: il gaslighter ha bisogno della sua vittima per colmare le proprie insicurezze e mancanze, mentre la vittima ha bisogno del gaslighter come un’ancora di salvezza. 

Gaslighting: differente dalla manipolazione benigna

Una sorta di manipolazione strategica può avvenire all’inizio di una relazione, durante la fase del corteggiamento, quando si cerca di far vedere le parti migliori di sè. Questa è sana se rimane entro certi limiti. 

Un’altra forma di manipolazione psicologica si presenta spesso in quelle relazioni in cui è presente un disequilibrio tra le parti, come ad esempio tra genitori e figli. I genitori cercano di proteggere i figli, a volte distorcendo la realtà, valutando che il male minore sia necessario per evitare una sofferenza più profonda. Anche qui, la manipolazione è sana solo se rimane entro certi limiti. 

Il gaslighting, invece, è una manipolazione maligna: può sembrare una forma di violenza psicologica estrema, ma in realtà è più diffuso di quanto si possa pensare. 

Gaslighting: conseguenze

  • stato di totale confusione: la vittima avrà la sensazione di non sapere più chi ha ragione, crederà di essere diventato pazzo;
  • sensazione di non valere nulla: la vittima si sentirà priva di importanza e non degna di meritare amore;
  • stanchezza fisica e mentale: la vittima si sentirà sempre più stanca fisicamente perché tutte le sue energie verranno consumate nel subire la manipolazione;
  • vergogna: la vittima si sentirà umiliata, sbagliata, e proverà vergogna nello stare a contatto con altre persone;
  • totale dipendenza ed idealizzazione del gaslighter: il gaslighter sarà l’unica ancora di salvezza: è una persona buona che sta con la vittima nonostante i suoi difetti. Quando si arriverà a questa fase vorrà dire che il gaslighter avrà raggiunto i suoi scopi. 

Gaslighting: chiedere aiuto

Chi è vittima di gaslighting ha bisogno di un aiuto concreto ad uscirne, un percorso che la faccia rendersi conto sia di ciò che sta subendo, sia di essere una persona capace ed autonoma, tornando ad avere fiducia in se stessa.

Il gaslighter perde ogni potere sulla vittima nel momento in cui la vittima si rende conto della manipolazione che ha subito, perciò il primo passo per uscirne sarà diventare consapevoli.

Il professionista aiuterà la vittima dal risveglio, dalla delusione e dal rendersi conto che a mettere in atto la manipolazione è qualcuno affettivamente importante per lei. 

Le conseguenze per la vittima possono essere anche gravi, dato che può cadere uno stato di profonda depressione, quindi non va sottovalutata questa violenza.

Purtroppo il gaslighting non è attualmente riconosciuto come reato. 

Per richiedere una consulenza psicologica puoi fissare un appuntamento contattandomi al numero 3925434665 o all’indirizzo mail psicologaromamarconi@gmail.com

5 commenti

  • Alessandra

    Buongiorno, volevo chiedere: in un rapporto di amicizia frasi come “se sei davvero mia amica come dici, fai così”, “se mi vuoi bene, fai così/torna la persona che mi piace tanto”, “mi stai deludendo,pensavo mi volessi più bene di così”, “io non ho mai detto di esser perfetta, però”, “pensa come vuoi, visto che non mi credi” e dopo che tu rispondi “posso anche crederti ma vedo i fatti, che non sono molto diversi da come ho scritto”, sentir dire “non meriti altre risposte”… e simili come possono essere considerati? Precisando che questo avveniva sempre quando cercavo di dire cosa non mi andava, mentre l’altra persona diceva sempre cosa non le andava di me, e asseriva di voler io facessi altrettanto… E frasi come “hai libero arbitrio con me ma ricorda che tutto ha una conseguenza” oppure “per te vengo già al mare/faccio già questo” (in quest’ultimo caso senza che io le avessi chiesto nulla). Grazie

    • Psicologa Roma Marconi

      Buongiorno Alessandra e grazie per avermi contattata. Mi dispiace risponderle con così tanto ritardo ma non avevo ricevuto notifica del suo commento e non li verifico spesso.
      La situazione che mi descrive è senza dubbio una manipolazione psicologica che cerca di far leva sul suo senso di colpa affinché l’altro non venga abbandonato.
      È importante saper riconoscere determinate situazioni ed agire di conseguenza.

      Grazie e buona giornata,

      Dott.ssa Pardo Francesca

    • Psicologa Roma Marconi

      Buongiorno Federico e grazie per avermi contattata. Mi scuso se le rispondo con un grande ritardo ma non avevo ricevuto notifica del suo commento.
      Il gaslighting può essere difficile da affrontare e può essere necessario un percorso di coppia.
      Nel caso volesse prendere un appuntamento può scrivermi all’indirizzo mail psicologaromamarconi@gmail.com o al numero 3925434665.
      Grazie e buona giornata,

      Dott.ssa Pardo Francesca

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