Hikikomori: il fenomeno dell’isolamento volontario
Avete mai sentito parlare del fenomeno degli Hikikomori?
Si tratta di giovani che, volontariamente, decidono di isolarsi nella propria casa, o addirittura nella propria camera.
È un fenomeno sempre più diffuso anche nel nostro paese, quindi scopriamo insieme di cosa si tratta e come si può chiedere aiuto.
Hikikomori: definizione
L’hikikomori è una condizione che comporta ad una forma estrema di ritiro sociale volontario che riguarda adolescenti e giovai adulti.
Questi giovani si chiudono volontariamente nella loro stanza, rifiutando qualsiasi forma di contatto e relazione con il mondo esterno, includendo spesso anche i loro familiari.
“Hikikomori” è un termine giapponese che significa “stare in disparte”.
Si iniziò a parlare di questa condizione in Giappone, credendo che fosse sviluppata solo lì a causa della cultura giapponese, ma si è poi constatato che l’Hikikomori è una condizione diffusa anche nel resto del mondo.
In Italia non ci sono ancora dati ufficiali, ma si stima che ci siano circa 100.000 giovani che ne soffrono, e la pandemia ha contribuito a rafforzare questa condizione.
L’Hikikomori non rientra ancora nel Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM), ma è assodato che richieda l’intervento di figure professionali per affrontarlo
Hikikomori: chi sono
Gli Hikikomori sono soprattutto giovani tra i 14 e i 30 anni, soprattutto di sesso maschile, anche se il numero delle ragazze potrebbe essere tuttora sottostimato.
Sono stati individuati Hikikomori anche tra la popolazione over 40: la condizione tende a diventare cronica senza un aiuto, rischiando di perdurare anche tutta la vita.
Il governo giapponese nel 203 ha pubblicato un documento ufficiale riportante i criteri per riconoscere un Hikikomori:
- uno stile di vita centrato a casa;
- nessun interesse o volontà di frequentare la scuola o al lavoro;
- persistenza dei sintomi oltre sei mesi;
- la schizofrenia, ritardo mentale o altri disturbi mentali sono stati esclusi.
Tra i soggetti che non hanno interesse o volontà di frequentare la scuola o il lavoro, quelli che hanno delle relazioni come delle amicizie o relazioni amorose sono stati esclusi.
Hikikomori: le cause
Le cause di questo fenomeno possono essere diverse:
- caratteriali: si tratta di adolescenti intelligenti ma anche sensibili ed inibiti socialmente.
Questo temperamento rende loro difficoltoso instaurare relazioni soddisfacenti e durature così come il saper elaborare difficoltà e delusioni che l’adolescenza spesso riserva; - familiari: il distacco emotivo dai genitori oppure un padre emotivamente assente ed una madre eccessivamente protettiva sono possibili concause.
In queste situazioni, i genitori faticano a relazionarsi con il figlio, che rifiuta loro e qualsiasi aiuto; - scolastiche: molto spesso il tutto inizia proprio a scuola.
L’ambiente viene vissuto in modo particolarmente negativo, pressante e competitivo, e spesso ci sono episodi di bullismo; - sociali: gli hikikomori sviluppano una visione negativa dei rapporti sociali e fuggono dalla pressione di realizzazione sociale che è sempre più ricercata in società, anche a causa dei social.
L’abbandono scolastico o lavorativo è, spesso, la prima manifestazione del fenomeno ed un importante campanello d’allarme e può essere causato da episodi di bullismo, mobbing o basso rendimento che non soddisfa le aspettative della società o della famiglia.
Una o più delle cause di cui abbiamo parlato possono portare questi adolescenti ad una crescente demotivazione nei rapporti con il mondo esterno, fino ad un totale rifiuto di farne parte.
Vergogna e sconfitta sono esperienze traumatiche che possono essere un fattore scatenante in tutte le culture: l’Hikikomori evita di esporsi ad un altro eventuale trauma, allontanandosi dalla società.
A livello cognitivo e comportamentale si innesca un meccanismo di evitamento delle situazioni che causano disagio, stress o paura, e dei problemi da affrontare e risolvere, fino ad arrivare al ritiro in una zona di comfort: la propria camera.
Si innescherà un circolo vizioso: più l’adolescente sarà lontano dal mondo e dai pericoli che vi percepisce e più sarà demotivato a rientrarci in un futuro.
Prima ci sarà l’ansia sociale che lo porterà a non uscire più di casa, poi si insinuerà l’ansia per il tempo perso, accompagnata dalla sensazione che la sua vita è ormai persa, compromessa, non più recuperabile.
La dipendenza da internet, che in un primo momento potrebbe essere vista come una possibile causa, in realtà può essere solo una possibile conseguenza dell’isolamento.
Hikikomori: i campanelli d’allarme
Il primo rifiuto è generalmente legato alle attività extra-scolastiche come sport od uscite con gli amici.
Successivamente viene rifiutata la scuola.
Questi atteggiamenti dovrebbero innescare nel genitore il dubbio che qualcosa non vada e che il figlio può aver bisogno di un aiuto esterno.
Hikikomori: conseguenze
La condizione vissuta dagli Hikikomori può avere diverse e serie conseguenze:
- rischio di sviluppare uno stato depressivo ed ansioso;
- trascuratezza di una sana alimentazione ed attività fisica;
- ritmi circadiani invertiti: spesso dormono di giorno e stanno svegli di notte;
- disturbi dissociativi e ossessivo-compulsivi come conseguenza della perdita di contatto con la realtà;
- dipendenza da internet e dai giochi di ruolo online;
- tendenza a sviluppare gesti autolesionistici, soprattutto quando i genitori, esasperati, tolgono loro internet e dispositivi con i quali passano il tempo.
Hikikomori: chiedere aiuto
Gli Hikikomori sono molto restii a farsi aiutare ma qualora riescano a diventare consapevoli di avere un problema ci saranno vari passi da svolgere.
Il primo passo è di rivolgersi ad uno psichiatra, sia per escludere la concomitanza di altre condizioni psichiatriche , come depressione, schizofrenia, fobia sociale, disturbi dello sviluppo o della personalità, sia per valutare la necessità di un trattamento farmacologico qualora questi disturbi siano presenti.
Dopo la visita psichiatrica è necessario iniziare un percorso psicoterapico individuale o familiare: trattandosi di adolescenti sarà utile all’intero nucleo affrontare il problema.
A causa dell’isolamento si può optare per una terapia online.
È necessario ricordare che gli Hikikomori possono metterci molto tempo per uscire da questa condizione: è importante che seguano le terapie e che portino pazienza perché i risultati possono essere lenti.
Ciò che può aiutare l’Hikikomori a farsi aiutare è una buona alleanza genitore-figlio: per questo sarà importante dialogare con lui e rapportarsi in un atteggiamento non giudicante, ponendo al centro il suo benessere senza andare ad alimentare le pressioni di soddisfare le aspettative sociali che sono state causa dell’isolamento.
Infine, se l’Hikikomori desidera proseguire gli studi ma non riesce a reinserirsi nell’ambiente scolastico, si potrà cercare un piano didattico personalizzato che preveda la frequenza da remoto.
Se ti rendi conto di soffrire di questa condizione o di vedere qualche campanello d’allarme in te o in tuo figlio, non vergognarti, permettimi di aiutarti!
Puoi contattarmi al numero 3925434665 o all’indirizzo mail psicologaromamarconi@gmail.com