Anoressia nervosa: esordio e cause
Il termine anoressia deriva dal greco e significa “mancanza di appetito“.
Ma la mancanza di appetito è precisamente ciò che non caratterizza l’anoressia: in realtà, le persone affette da anoressia nervosa non lamentano quasi mai una perdita di appetito.
Allora perchè assumono quantità minime di cibo, se l’appetito è presente?
Vediamo insieme che cos’è l’anoressia nervosa e quali sono le cause scatenanti, mentre se vuoi approfondire i disturbi del comportamento alimentare trovi l’articolo qui.
Anoressia nervosa: definizione
L’anoressia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da un rapporto alterato con il cibo e da un’errata percezione di sé e che al suo interno nasconde una serie di disturbi psicologici e sociali più profondi.
La persona anoressica, come abbiamo detto, altera la propria alimentazione non perchè non avverte lo stimolo della fame, ma perchè ha paura di ingrassare.
Una persona diventa anoressica quando scende sotto l’85% del peso normale per età, sesso ed altezza.
Frequentemente i pasti vengono evitati o consumati con estrema lentezza, rimuginando a lungo su ogni boccone ingerito. Si sviluppa un’ossessione per i cibi poco calorici e al controllo del peso mediante la bilancia e spesso l’attività fisica diventa eccessiva.
I livelli di autostima sono fortemente influenzati da peso e forma fisica: la perdita di peso e quello che agli occhi dell’anoressica sembra un miglioramento della propria forma fisica, vengono considerati come un segno del proprio valore personale: se il peso scende, l’autostima sale.
Quando invece il peso aumenta l’autostima scende e l’anoressica percepisce un’inaccettabile perdita del controllo su se stessa e la prova della propria inadeguatezza.
Assieme alla bassa autostima, l’anoressica si sente spesso inutile, ha vergogna e senso di colpa.
Un’ulteriore caratteristica dell’anoressia, soprattutto agli esordi, è lo scarso livello di insight: l’anoressica non si percepisce malata. Nonostante sia gravemente in sottopeso, non è consapevole di avere un problema.
L’anoressica ha un grande bisogno di controllo: spesso alimentazione e forma fisica sono gli unici aspetti su cui sente di averlo e per questo vi si concentra: il peso è un elemento misurabile e mostra con facilità la propria autoefficacia.
Spesso chi soffre di anoressia nervosa si impegna particolarmente nello studio o nel lavoro, con dedizione e ricerca della perfezione. L’ambizione e la competizione spesso nascondono un’identità fragile che ha bisogno di continue approvazioni dagli altri e di dimostrare a sé stessi che si è capaci di riuscire in qualcosa, anche se poi questo qualcosa non sarà mai abbastanza.
Ci possono essere 2 tipi di anoressia nervosa:
- con restrizioni: gradualmente viene ridotta sempre più la quantità di cibo ingerita;
- con abbuffate e successiva eliminazione: l’alimentazione avviene compulsivamente ed è seguita da vomito autoindotto, uso inappropriato di pillole lassative e diuretiche, iper-attività fisica per perdere peso.
E’ opportuno precisare che ai fini di una diagnosi di anoressia nervosa è necessario escludere che la perdita di peso derivi da un’altra patologia medica (ad esempio una malattia gastroenterica), da depressione (in cui può esserci perdita di peso ma mancano paura di ingrassare e desiderio di dimagrire), disturbo ossessivo compulsivo, fobia sociale (può esserci disagio a mangiare in pubblico ma per motivazioni diverse rispetto a quelle dell’anoressia nervosa) ed infine bulimia nervosa (in cui chi ne soffre riesce a mantenere più o meno un peso normale).
Anoressia nervosa: esordio
Tipicamente l’esordio dell’anoressia nervosa avviene in adolescenza, tra i 12 e i 20 anni: tuttavia sembra che l’età di insorgenza si sia abbassata, alcuni campanelli d’allarme compaiono già a 8-10 anni.
L’esordio dell’anoressia può essere vario: spesso inizia da una semplice dieta per perdere qualche kg e gradualmente si elimina un alimento dopo l’altro.
Durante l’adolescenza è normale che si provino sentimenti di inadeguatezza e insicurezza, soprattutto quando si cresce in un ambiente familiare in cui il successo e la riuscita sono i valori dominanti mentre la manifestazione di comportamenti autonomi da parte dei figli non viene incoraggiata.
In un ambiente familiare di questo tipo, l’adolescente che di solito si sente profondamente inadeguato, può vedere come una grande vittoria l’aver intrapreso con successo una dieta: questo significa acquisire un senso di potenza, controllo sulla propria vita e indipendenza.
Quando l’anoressia nervosa è agli esordi, ogni obiettivo raggiunto in termini di peso porta una sensazione di euforia, ci si sente capaci, in grado di fare qualcosa: questo rappresenta però l’inizio del peggioramento.
L’umore inizialmente non risente di questa condotta alimentare ristretta: più si perde peso, più ci si sente euforici.
Gradualmente l’interesse per le relazioni sociali diminuisce, a volte fino a sparire del tutto: principalmente accade perchè spesso le relazioni sociali si intrattengono in luoghi in cui si mangia e si beve: l’anoressica inizia ad evitare tutte queste situazioni che possono indurla a mangiare o in cui qualcuno possa accorgersi del suo digiuno.
L’anoressica si concentra sul controllo del cibo, gli altri aspetti della sua vita diventano secondari.
Anoressia nervosa: cause e famiglia
Non c’è un’unica causa scatenante l’anoressia nervosa, anzi la causa è multifattoriale:
- fattori biologici: è possibile ci sia una predisposizione genetica all’anoressia nervosa;
- fattori socio-culturali: un modello femminile basato su magrezza ed efficienza;
- fattori psicologici: tratti ossessivi, perfezionismo, umore altalenante, rigidità mentale e difficoltà ad adattare il proprio pensiero all’ambiente circostanti;
- fattori familiari: i genitori delle anoressiche, soprattutto le madri, tendono ad essere iperprotettive, controllanti e dominanti.
In questa struttura familiare vengono incoraggiate la disciplina, l’ordine, la perfezione e il successo piuttosto che l’autonomia di pensiero, di azione e di giudizio e di una matura consapevolezza di sé e dell’ambiente.
Anoressia nervosa: fattori di rischio
I fattori di rischio sono vari e sono gli stessi nei vari disturbi del comportamento alimentare:
- la presenza di un membro della famiglia a dieta ferrea;
- critiche di familiari su alimentazione, peso o le forme corporee;
- atti di bullismo in cui si è stati presi in giro sull’alimentazione, il peso o le forme corporee;
- obesità dei genitori;
- obesità personale nell’infanzia;
- frequentazione di ambienti che enfatizzano la magrezza (es. danza, moda, sport);
- disturbi dell’alimentazione in famiglia.
Inoltre si avranno maggiori probabilità di sviluppare l’anoressia nervosa se:
- si ha uno scarso concetto di sé (bassa autostima);
- non si ha fiducia in se stessi;
- si ha scarsa consapevolezza delle proprie emozioni;
- si è eccessivamente perfezionisti;
- si tende ad estremizzare le cose: o è tutto bianco o tutto nero;
- si manifestano comportamenti impulsivi o comportamenti ossessivi;
- si tende ad attribuire importanza eccessiva al peso ed alla forma del proprio corpo.
Anoressia nervosa: sintomi fisici
La maggior parte dei sintomi fisici che una persona anoressica presenta sono legati alla malnutrizione.
Le complicazioni mediche riguardano alterazioni nelle funzioni endocrine, cardiovascolari, gastrointestinali, ematologiche ma non solo. Si possono manifestare:
- amenorrea: scomparsa del ciclo mestruale a causa della carenza di ferro;
- ipotermia: temperatura corporea al di sotto dei 35° e intolleranza al freddo;
- bradicardia: battito cardiaco accelerato;
- ipotensione arteriosa;
- secchezza della cute, che si ricopre di uno strato di peluria;
- prurito cutaneo generalizzato;
- dolori addominali e stitichezza;
- osteoporosi, che aumenta il rischio di fratture;
- letargia o eccesso di energia.
La maggior parte delle complicazioni mediche, tuttavia, a eccezione della ridotta densità ossea, scompaiono una volta normalizzato il peso e dopo aver acquisito un corretto comportamento alimentare.
A livello psicologico compaiono depressione, tristezza, senso di colpa, irritabilità, vergogna e disperazione.
Si può manifestare un calo del desiderio sessuale, tensioni nelle amicizie e in famiglia, e difficoltà al lavoro o a scuola.
Tutto ciò influenza pesantemente l’immagine di sé e l’autostima, un circolo vizioso.
Anoressia nervosa: chiedere aiuto
Per curare l’anoressia deve essere messo in atto un intervento multidisciplinare: un medico nutrizionista seguirà l’alimentazione e lavorerà per modificare le condotte alimentari scorrette, uno psicologo per supportare l’anoressica e un aiuto farmacologico se necessario.
Nel caso lo stato di denutrizione sia grave potrebbe essere necessario ricorrere ad un ricovero ospedaliero.
L’anoressia nervosa non ha un impatto solo su chi ne soffre ma anche sull’intera famiglia, che potrebbe essere in parte anche causa scatenante della malattia.
Per questo l’intervento sulla famiglia è una parte importante del trattamento dei giovani anoressici: dovrebbe coinvolgere i familiari per capire sia quali dinamiche possono aver innescato la malattia, sia come il disturbo stia condizionando la loro vita. Può aiutare i familiari a capire meglio il disturbo e come si possa essere d’aiuto a paziente.
Un approccio particolarmente indicato è l’approccio Sistemico Familiare nel quale la famiglia è posta al centro dell’intervento, assieme al paziente designato proprio perchè la famiglia può aver favorito, se non addirittura originato, il sintomo stesso.
Risultati favorevoli si hanno quando in seduta c’è una buona correlazione tra soddisfazione dei bisogni e benessere. L’anoressica è maggiormente motivata se percepisce che il terapeuta si prende genuinamente cura di lei, se si sente capace e se riesce a fare scelte importanti all’interno del trattamento.
Se sei interessato/a a svolgere una seduta, online o in presenza, puoi fissare un appuntamento contattandomi al numero 3925434665 o all’indirizzo mail psicologaromamarconi@gmail.com