DOC da relazione: cos’è e come si manifesta
Anche nelle coppie più affiatate uno dei due partner può avere dei dubbi sull’amore che prova per l’altro, o sulla solidità della relazione. Ci si può chiedere se la persona che abbiamo accanto sia quella giusta, se vogliamo passarci la nostra vita.
Avere questi dubbi può essere normale. Ma quando dubbi, pensieri, preoccupazioni occupano troppo la nostra mente, si può parlare di disturbo ossessivo compulsivo (DOC) da relazione.
Vediamo insieme di cosa si tratta.
DOC da relazione: definizione
Il DOC da relazione è una forma di disturbo ossessivo-compulsivo caratterizzato da pensieri intrusivi, indesiderati e pervasivi, che riguardano la qualità della relazione e la veridicità dell’amore del partner o nei confronti del partner, e da comportamenti compulsivi messi in atto per cercare delle conferme o smentite.
La mente delle persone che soffrono di DOC da relazione è invasa da pensieri intrusivi e ripetitivi, da immagini negative e dubbi sulla relazione sentimentale.
In una relazione sentimentale, dubbi e preoccupazioni sono comuni. Ma nel DOC da relazione, questi assumono un ruolo centrale e possono portare a conseguenze catastrofiche e disastrose nella mente di chi ne soffre.
Nascono dei dubbi sui propri sentimenti e sulla relazione, che però sono in netta contraddizione con ciò che la persona sente veramente.
Questi pensieri possono occupare la mente a tal punto da limitare il funzionamento sociale e lavorativo di chi ne soffre.
Chi soffre di DOC da relazione valuta come inaccettabili i sintomi che sperimenta e mette in atto con una pesante autocritica, accompagnata da senso di colpa, rabbia e vergogna.
DOC da relazione: come si manifesta
Il problema principale del DOC non è tanto il dubbio (normale entro certi limiti), quanto l’intolleranza ad esso.
Il DOC da relazione si manifesta attraverso pensieri ossessivi e comportamenti compulsivi:
- pensieri ossessivi: – centrati sulla relazione: dubbi e preoccupazioni riguardano ciò che provano per il partner, i sentimenti del partner nei loro confronti, e su quanti la relazione sia “giusta”: pensieri tipici possono essere “il mio partner mi ama davvero?” o “sto veramente bene con questa persona?” o ancora “è vero amore?”; – centrati sul partner: le ossessioni si focalizzano sulle caratteristiche fisiche del partner o su aspetti della sua personalità. I pensieri tipici sono “le sue orecchie sono troppo grandi?” o “è abbastanza intelligente?”;
- comportamenti compulsivi: attraverso i quali la persona cerca di darsi delle risposte. Ad esempio mette alla prova i suoi sentimenti flirtando con altre persone o fa sesso con il partner per verificare lo stato di coinvolgimento emotivo.
Giocano un loro ruolo anche le rassicurazioni: fare ripetutamente domande ad amici e familiari per valutare se la coppia sia compatibile, se abbia una prospettiva futura, e comparare le varie risposte.
Spesso chi soffre da DOC da relazione può ricorrere a strategie di evitamento: ad esempio evitare di uscire con un’altra coppia per paura di accorgersi che è più affiatata della propria, oppure evitare di vedere film sentimentali in cui le romanticherie (in realtà poco realistiche) facciano risaltare la mancanza di un eguale romanticismo all’interno della propria coppia.
DOC da relazione: la sfera sessuale
I dubbi di chi soffre del DOC da relazione hanno conseguenze importanti anche nella sfera sessuale, creando conflitti nella coppia e compromettendo la stabilità della relazione e del sesso.
In particolare ciò che genera conflitto sono il continuo ricercare difetti, i dubbi, l’ipercontrollo emotivo e la rigidità mentale.
DOC da relazione: cause
In particolare le cause sono 3 e si intersecano tra loro:
- credenze: chi soffre del DOC da relazione ha delle credenze errate che lo conducono a reagire a pensieri ossessivi. Generalmente possono essere: – eccessiva importanza attribuita ai pensieri; – tendenza a controllare i pensieri; – intolleranza dell’incertezza; – perfezionismo; – eccessivo senso di responsabilità; – tendenza a sovrastimare i pericoli (catastrofizzazione).
- genetica: i disturbi ossessivo-compulsivi hanno una base genetica, ossia tendono ad essere presenti anche altri membri della famiglia;
- esperienze: i sintomi possono nascere a seguito di decisioni importanti per la coppia, ad esempio una proposta di matrimonio o di convivenza, o l’arrivo di una gravidanza non prevista.
La causa alla base del DOC da relazione non è, quindi unica ma multifattoriale.
I primi sintomi compaiono generalmente nella prima età adulta e tendono a persistere per l’intera storia delle relazioni sentimentali della persona.
DOC da relazione: come uscirne
È difficile uscirne da soli, senza un aiuto esterno, quindi se ti rendi conto che le tue ossessioni stanno interferendo con la tua vita privata, lavorativa e di coppia dovresti chiedere aiuto ad un professionista.
Terapeuta e paziente lavoreranno insieme prima per comprendere quali sono le cause (credenze, genetica e esperienze) e poi per imparare a distinguere i pensieri da azioni e fatti.
Per alcuni, rassicurare la propria mente con discorsi concreti può essere d’aiuto, per altri può invece peggiorare la situazione: in questo caso l’unico modo per gestire i pensieri è lasciarli correre, senza attribuirgli un particolare significato o importanza.
Per farlo si può imparare ad ignorarli (non viene spontaneo quindi inizialmente bisogna forzarsi a farlo) provando a spostare l’attenzione su una distrazione qualsiasi (uscire, ascoltare musica, cucinare, chiacchierare con un’amica, ecc) o con tecniche incentrate sul respiro, come la Mindfulness.
La via d’uscita sarà quella di comprendere ed accettare che nella relazione, così come in generale nella vita, non si può avere una totale certezza e sicurezza.
Spesso può essere d’aiuto coinvolgere anche il partner per comprendere se in minima parte fa qualcosa, anche senza rendersene conto, per alimentare i dubbi, e per valutare i rinforzi forniti. Il partner può essere d’aiuto anche per confermare che i dubbi non sono fatti.
L’obiettivo della terapia non deve essere quello di salvare la relazione ma di aiutare il paziente a ridurre i sintomi: la riduzione della sintomatologia spesso si associa ad una migliore consapevolezza e comprensione dei propri sentimenti ed un miglioramento delle capacità decisionali, nel caso si debba comprendere se la relazione non debba andare avanti o se al contrario debba proseguire.
Anche la terapia farmacologica è indicata per trattare i disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo: generalmente i farmaci utilizzati si chiamato inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o SSRI. I farmaci possono aiutare, ma non devono rimpiazzare una psicoterapia.
Se ti accorgi di avere dei pensieri ossessivi sulla tua relazione che vanno al di là di semplici dubbi, chiedi un aiuto: puoi scrivermi al numero 3925434665 o all’indirizzo email psicologaromamarconi@gmail.com.