Dismorfofobia: sintomi e cura
La dismorfofobia è la preoccupazione di un individuo fisicamente normale di avere uno o più difetti o imperfezioni del proprio aspetto fisico.
Tali difetti sono spesso inesistenti o minimi, mentre la preoccupazione nei loro confronti è eccessiva: quando soffri di dismorfofobia sei ossessionato dalle tue apparenze.
Ma in cosa consiste nello specifico la dismorfofobia?
In questo articolo ci concentreremo sui fattori di rischio e le conseguenze della dismorfofobia.
Vediamolo insieme.
Dismorfofobia: Definizione
Il termine dismorfofobia o dismorfismo corporeo, significa “deformità“: nasce da una visione distorta della realtà che si ha del proprio aspetto esteriore.
Chi soffre di dismorfismo corporeo si sente e si vede brutto o deforme in qualsiasi situazione e ricerca continua rassicurazione dagli altri.
La mancata accettazione del proprio corpo è dovuta a insoddisfazione o disturbi affettivi profondi: alla base di questo malessere c’è un forte desiderio di comunicare con gli altri e un continuo bisogno di di apprezzamento.
Le preoccupazioni, i pensieri ossessivi, le compulsioni messe in atto e il timore del giudizio altrui provocano una grave compromissione della qualità della vita e del funzionamento in ambito lavorativo, scolastico, sociale e personale.
Spesso si arriva ad un evitamento delle situazioni sociali, che tende a cronicizzare il disturbo in quanto riduce il livello di autostima e alimenta sentimenti di inferiorità e inadeguatezza.
Il tono dell’umore, già basso, ne risente ulteriormente, portando a dei veri e propri quadri depressivi.
La diagnosi di dismorfofobia è purtroppo molto complessa in quanto spesso chi ne soffre non accetta di avere un problema, se ne vergogna e questo li porta a chiedere aiuto con molto ritardo.
Dismorfofobia: caratteristiche
Secondo il DSM5 (il manuale diagnostico statistico delle malattie mentali), il dismorfismo corporeo rientra nello spettro dei “disturbi ossessivo-compulsivi e disturbi correlati”.
Le parti più frequentemente oggetto di preoccupazione in entrambi i sessi sono: pelle, naso, bocca, occhi, capelli, sopracciglia o viso nel complesso, ma comunque qualsiasi zona del corpo e qualsiasi tipo di imperfezione possono diventare oggetto di “ossessione”.
Questa continua preoccupazione per i propri “difetti fisici” provoca stress, ansia e abbassamento del tono dell’umore.
Le persone che soffrono di dismorfofobia hanno pensieri intrusivi che non riescono ad arrestare, nonostante continue rassicurazioni di familiari e amici: tali pensieri causano una perdita di tempo significativa, poiché si verificano per 3-8 ore al giorno.
L’interesse è concentrato esclusivamente sul proprio corpo, mettendo in atto compulsioni allo scopo di esaminare, migliorare o nascondere il presunto difetto.
I comportamenti che spesso vengono messi in atto nel dismorfismo corporeo sono:
- controlli ripetuti allo specchio o al contrario evitare ogni superficie riflettente per non doversi controllare;
- camuffamenti (coprendo i difetti con trucco, capelli, abiti particolari, sciarpe, ecc);
- dedicarsi in maniera ossessiva alla cura di sé (pulizia della pelle, abbronzatura, trucco, depilazione, ecc);
- confronto continuo con l’aspetto altrui;
- acquisto compulsivo di prodotti di bellezza;
- “skin picking”: pulizia impropria della cute del volto, tramite lamette, aghi, forbici ecc. Queste pratiche possono provocare lesioni, infezioni, cicatrici;
- “doctor shopping”: continue consulenze con professionisti quali dermatologi, chirurghi estetici ecc, per ottenere miglioramenti dei presunti difetti fisici;
- dieta ed esercizio fisico eccessivi.
Quando camuffamenti e rimedi vari risultano inefficaci non resta che scegliere soluzioni più definitive: frequentemente chi soffre di dismorfofobia ricorre ad interventi di chirurgia estetica, ma spesso questi non risolvono il problema, lasciando la persona insoddisfatta.
Dismorfofobia: insorgenza e fattori di rischio
Questo disturbo è altrettanto comune tra uomini e donne.
La dismorfofobia si manifesta solitamente nell’adolescenza, quando il corpo sta cambiando e si è più sensibili rispetto al proprio aspetto fisico.
Gia verso i 12/13 anni possono esserci dei campanelli d’allarme, mentre di solito l’insorgenza vera e propria si verifica intorno ai 17/18 anni.
La dismorfofobia in età adulta si manifesta invece intorno ai 45/50 anni, quando compaiono i primi segni dell’invecchiamento, in contrasto con una società che esalta giovinezza, tonicità e bellezza.
Per le donne questo disturbo è focalizzato maggiormente su seno, cosce e glutei, mentre gli uomini soffrono spesso di “dismofia muscolare”, legata alla preoccupazione di non essere abbastanza muscolosi.
Un’altra area problematica per l’uomo è quella genitale.
I fattori di rischio per l’insorgenza del disturbo possono essere vari:
- abusi e trascuratezza durante l’infanzia;
- bullismo, soprattutto in età adolescenziale;
- scarsa autostima;
- parenti, soprattutto se genitori, che soffrono di dismorfofobia oppure di un disturbo ossessivo-compulsivo;
- aver ricevuto un’educazione incentrata sulla ricerca della perfezione estetica o del perfezionismo più in generale;
- pressione sociale: la società è sempre più incentrata sulla bellezza e sull’aspetto fisico;
- altri disturbi psicologici come ansia, depressione, disturbi alimentari, disturbi di personalità, disturbi ossessivo-compulsivi.
Inoltre il rischio di sviluppare questo disturbo sembra crescere tra chi non è sposato, tra i divorziati e i disoccupati.
Dismorfofobia: conseguenze
La dismorfofobia può deteriorare la vita quotidiana, lavorativa e sociale della persona, con il pericolo di cadere in depressione, sviluppare un disturbo ossessivo-compulsivo, o una fobia sociale: infatti per alcune persone le preoccupazioni legate ai loro “difetti” sono tali da sviluppare ansia e vergogna e rendergli difficile o impossibile uscire di casa, influendo sul lavoro e sui rapporti interpersonali.
Un ulteriore rischio è quello di diventare schiavi della chirurgia estetica, che però raramente risolve il problema, lasciando insoddisfatti.
Possibili conseguenze gravi sono lo sviluppo di disturbi alimentari, abuso di sostanze, pensieri e comportamenti suicidi.
Chiedere aiuto: Psicologa Roma Marconi
Spesso chi soffre di questo disturbo ne ha una percezione scarsa, oppure può essere frenato dal chiedere aiuto a causa di imbarazzo e vergogna.
Inoltre amici e familiari, seppur con le migliori intenzioni, rischiano di peggiorare il disturbo, cercando di convincere la persona, con ragionamenti razionali, dell’infondatezza delle sue percezioni.
Quando questa fobia sarà tale da causare uno stato di sofferenza e disagio e una compromissione della qualità di vita della persona, sarà consigliabile rivolgersi ad un professionista, con il quale intraprendere un percorso mirato all’accettazione del proprio corpo e a relazionarsi in modo più sano con se stessi e con gli altri.
il professionista innanzitutto aiuterà il paziente ad individuare l’origine e le cause scatenanti del disturbo, e successivamente lavorerà sulle credenze errate con cui il paziente percepisce il proprio corpo e i suoi “difetti”, fino ad arrivare ad un’accettazione, all’incremento dell’autostima e ad una più corretta auto-percezione.
Passo passo si aiuterà il paziente ad esporsi alle situazioni temute, ad esempio evitando i camuffamenti e a ridurre progressivamente i comportamenti ripetitivi, ad esempio controlli allo specchio: innalzando gradualmente il livello delle richieste, il paziente potrà rendersi conto di essere in grado di gestire delle situazioni che considerava impossibili e a ridimensionare l’importanza che attribuiva al suo difetto.
Contestualmente sarà utile apprendere pratiche e comportamenti per gestire lo stress, come ad esempio tecniche di rilassamento (ad esempio mindfulness e yoga), e tenere un diario nel quale annotare cosa scatena la preoccupazione e cosa la attenua.
Per richiedere una consulenza psicologica, online o in presenza, puoi fissare un appuntamento contattandomi al numero 3925434665 o all’indirizzo mail psicologaromamarconi@gmail.com