Il lutto: quando diventa patologico
Nell’articolo precedente abbiamo parlato dell’elaborazione del lutto (trovi l’articolo qui).
Ma cos’è, invece, il lutto patologico o complicato?
Si potrebbe definire come la mancata riparazione del proprio mondo interno, che compromette il funzionamento sociale, lavorativo e di altre aree importanti per la persona, impedendole di andare avanti con la propria vita.
Si entra nel lutto patologico quando si resta ancorati alla perdita subita per un tempo superiore o con maggiore intensità rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare sulla base della cultura e della società di appartenenza.
In questi articolo ti spiegherò cosa significa non riuscire ad elaborare un lutto.
Il lutto patologico: definizione
Per lutto patologico si intende uno stato di dolore intenso e duraturo che blocca l’individuo, impedendogli di creare un nuovo equilibrio e tornare a vivere.
Chiunque può soffrire di lutto patologico, a prescindere dall’età, dal sesso e dal ceto sociale.
Il ruolo dei pensieri legati al lutto è fondamentale per distinguere tra lutto normale e patologico: infatti in quest’ultimo ci si ripetono più frequentemente pensieri negativi, ad esempio “non posso farcela”, “non supererò mai questa situazione”.
Inoltre chi sta vivendo un lutto patologico tende a rimuginare a lungo sulle cause della morte, ricercando un modo in cui sarebbe stato possibile evitarla: il rimuginio è un modo disfunzionale di elaborare la perdita perchè alimenta la tristezza ed impedisce il superamento del lutto.
Oppure si tende a sopprimere pensieri legati alla morte, evitando le proprie emozioni: questo porta a non integrare l’esperienza del lutto nella vita psichica della persona.
Quindi, In questa condizione non si verifica una piena accettazione della perdita.
Ciò determina forti sentimenti di nostalgia, tristezza, rabbia, pensieri, immagini e ricordi del defunto che occupano costantemente la mente e non tendono a diminuire per intensità e frequenza con il passare del tempo.
La caratteristica principale del lutto patologico è la nostalgia percepita come tormento.
Nel lutto patologico si ha la sensazione che non si potrà più avere una vita felice e con uno scopo, dopo aver perso la persona amata.
Il lutto patologico: i criteri
Secondo il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM5), si può parlare di lutto patologico valutando:
- durata: le manifestazioni acute del lutto sono ancora presenti dopo 12 mesi per gli adulti e 6 mesi per i bambini;
- intensità: la persona prova ancora pensieri, emozioni e sensazioni molto intense: ad esempio nostalgia, tristezza, dolore, preoccupazione per il deceduto, rabbia, incredulità, difficoltà ad abbandonarsi a ricordi positivi del defunto, desiderio di morire per raggiungerlo, sensazione di essere soli, scarsa volontà di iniziare progetti futuri, senso di vuoto, comportamenti distruttivi come alcool e droghe ecc.
Attenzione: tali reazioni non sono necessariamente patologiche o disfunzionali, anzi sono normali nel processo di elaborazione del lutto, ma diventano patologiche se sono eccessivamente frequenti e/o intense.
Il lutto patologico: le diverse tipologie
Il lutto patologico si può suddividere in 5 diverse tipologie:
- lutto anticipato: la persona si prepara per una perdita non ancora avvenuta, iniziando a soffrire per il dolore a cui andrà incontro, quasi a volersi tutelare;
- lutto ritardato: la persona non può permettersi di soffrire per la sua perdita al momento del lutto, sia perchè il dolore è emotivamente intollerabile, sia perchè interferirebbe con degli impegni che non possono essere rimandati o evitati. Per questo il dolore per il lutto viene rimandato ed emerge a distanza di tempo, anche di anni;
- lutto evitato: la persona nega l’accaduto e si comporta come se nulla fosse, oppure ha un atteggiamento rancoroso o rabbioso: i sentimenti vengono congelati ed emergono sotto forma di ansia, irritabilità o disturbi fisici;
- lutto cronico: si verifica quando la persona, anche a distanza di anni, riesce a parlare della sua perdita solo con tristezza, disperazione e senso di vuoto, come se fosse trascorso poco tempo dall’accaduto;
- lutto inibito: è caratterizzato da una scarsa attenzione e cura per la propria salute, ad esempio innescando dipendenze da alcool e droga al fine di eliminare le emozioni negative, non rendendosi conto di peggiorarle.
Il lutto patologico: fattori di rischio
Le motivazioni del lutto patologico possono essere diverse, ma ci sono dei fattori di rischio che possono rendere difficile il processo di elaborazione del lutto, ad esempio:
- rapporto molto stretto o dipendenza emotiva dalla persona scomparsa;
- paura della separazione nell’infanzia;
- esperienze traumatiche infantili come abusi o abbandoni;
- mancanza di contatti sociali, isolamento;
- assistenza al defunto prima della morte;
- morte improvvisa e/o violenta, ad esempio omicidio, suicidio, incidente;
- basso reddito, ad esempio difficoltà economica per svolgere attività che distrarrebbero (palestra, artigianato, corso di cucina, viaggi ecc);
- atteggiamento pessimistico e tendente alla depressione;
- età della vittima.
Il lutto patologico: conseguenze
Nei casi più complessi si possono sviluppare un disturbo depressivo, disturbi del sonno, astenia, facile faticabilità e condotte disfunzionali quali uso di alcool o droghe, o disturbi alimentari.
Il lutto patologico: chiedere aiuto
Se l’elaborazione del lutto sembra non risolversi col passare del tempo e se è troppo difficile e doloroso riprendere la propria esistenza senza la persona amata, è consigliabile rivolgersi ad un professionista per chiedere aiuto.
Con il professionista si potrà iniziare un percorso che sarà suddiviso in diversi passi fino ad arrivare ad un’accettazione della perdita come un evento normale della vita, che purtroppo può accadere ma che si può anche superare:
- psicoeducazione: il paziente viene informato e formato sul lutto e sulla sua elaborazione, anche grazie all’aiuto di articoli scientifici, libri e schede informative, al fine di fornirgli la giusta conoscenza su ciò che sta vivendo e sulle strategie per superare una situazione così delicata;
- affrontare le proprie emozioni: spesso nei confronti di chi abbiamo perso proviamo sentimenti ambivalenti, ad esempio amore e senso di perdita, rabbia e senso di colpa. Sarà utile anche definire cosa ci manca e cosa non ci manca della persona amata;
- preservare i ricordi positivi: è importante parlare della persona amata, non per ricadere nella tristezza, ma per ricordare con un sorriso gli eventi positivi;
- trovare un nuovo equilibrio: venire a patti con il fatto che il rapporto con chi abbiamo perso rimane dentro di noi come memoria e reindirizzare le emozioni che impieghiamo nel dolore per rafforzare le relazioni con gli altri.
In aggiunta possono essere utilizzate tecniche di rilassamento e meditazione oppure può essere utile partecipare a gruppo di auto-aiuto per condividere la propria esperienza e sofferenza con altre persone che stanno vivendo lo stesso problema.
Per richiedere una consulenza psicologica, online o in presenza, puoi fissare un appuntamento contattandomi al numero 3925434665 o all’indirizzo mail psicologaromamarconi@gmail.com